GemellArte 2020, Ozmo e Caroline Derveaux vincono la call dedicata all’arte urbana

All’insegna del tema “Reinassance” i due artisti realizzeranno due murales nell’ambito di una doppia residenza in contemporanea tra Italia e Francia, promossa dal festival internazionale indipendente che rilancia i gemellaggi esistenti fra le città italiane e straniere attraverso l’arte.

Sono l’italiano Ozmo e la francese Caroline Derveaux i vincitori della call internazionale di arte urbana lanciata da GemellArte, festival indipendente di arte contemporanea nato per rivitalizzare i gemellaggi fra le nostre città e quelle straniere e giunto alla sua seconda edizione.

Con il patrocinio dell’Ambasciata francese in Italia, l’edizione 2020 getta un nuovo ponte fra Terni, città di elezione dei suoi organizzatori, in Umbria, e Saint’Ouen, a pochi chilometri da Parigi, gemellata dal 1962, grazie a una doppia residenza artistica parallela, nel segno del tema “Reinassance”, in programma tra il 26 ottobre e il 5 novembre.

Entrambe le opere realizzate alla fine della residenza saranno il frutto del confronto fra gli artisti e le città ospitanti ed i suoi abitanti, con una full immersion nella sua storia e nelle sue tradizioni, assicurando una perfetta contestualizzazione e aderenza delle rispettive creazioni alla realtà urbana circostante.

L’obiettivo di fondo è rigenerare le città e gli animi attraverso l’arte

Sulla scorta di quanto sta accadendo negli ultimi anni in molte città del mondo, dove quelli che un tempo erano chiamati “murales” sono ormai stati consacrati come opere d’arte a tutti gli effetti.

Covid permettendo, il festival tornerà nella sua versione integrale nel 2021, con il suo ricco calendario di eventi collaterali, fra spettacoli, cultura ed enogastronomia.

GLI ARTISTI E I PROGETTI DI RESIDENZA

Ozmo, uno degli‘street artist’ italiani più noti, è recentemente salito alla ribalta delle cronache per la realizzazione di un murale dedicato a Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro in provincia di Roma durante una rissa, grazie ad un progetto ideato da Vanity Fair in collaborazione con il sindaco di Paliano, città natale del giovane.

L’opera proposta dall’artista italiano per la città Saint’Ouen è un murale ispirato a ‘Il cortegiano’, il ritratto che Raffaello Sanzio fece di Baldassare Castiglione, intellettuale di spicco del Rinascimento italiano, alla corte di Elisabetta Gonzaga a Urbino.

Un capolavoro di tale successo che lo stesso Francesco I re di Francia ne rimase impressionato, la fece tradurre e distribuire a ciascuno dei suoi cortigiani.

Ozmo ha quindi ideato una reinterpretazione de ‘Il cortegiano’ con l’aggiunta di layers che dialogano tra loro aprendo nuovi significati semantici e concettuali all’opera.

Caroline Derveaux gioca tra pittura, design, direzione artistica e scenografia.

Usando sempre una tavolozza molto colorata, Caroline si concentra su forme architettoniche geometriche e si avventura su prospettive oniriche. Il suo regno è il riflesso della sua immaginazione e dei suoi ricordi d’infanzia.

Secondo il progetto di residenza vincitore, l’artista francese a Terni realizzerà un affresco frutto del dialogo con la città, con l’obiettivo di integrarlo nelle forme architettoniche circostanti, attingendo ad una tavolozza dai colori caldi e confortanti.

 

I FINALISTI

Per l’Italia, i finalisti selezionati dalle due commissioni esaminatrici sono stati Sebastiano Pelli, classificatosi al secondo posto, ed Edoardo Buccianti, al terzo. Per la Francia, gli artisti sono “Slice” (Slimene Kehbour) e Nicolas Bec.

LE BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI VINCITORI

OZMO – Gionata Gesi, meglio conosciuto come Ozmo, si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze e dai primi anni Novanta, dopo un esordio nel mondo del fumetto, si concentra sulla pittura e sul writing.

Nel 2001 si trasferisce a Milano, dove inizia a collaborare con la Galleria Cannaviello, firmando con il suo nome di battesimo e presentando opere dalla forte connotazione pittorico. Contemporaneamente interviene l’artista già affermato lo spazio pubblico firmando con il suo tag Ozmo, ponendo così le basi per quella che è diventata l’arte urbana italiana contemporanea, di cui è uno dei pionieri, nonché uno dei maggiori rappresentanti a livello internazionale.

Dal 2003 le opere di Ozmo sono una presenza costante nel circuito delle fiere d’arte italiane e delle gallerie private e alcune importanti collezioni pubbliche. Tra le mostre nei musei italiani si ricordano quelle ospitate a Milano al Palazzo della Ragione (2005), al Pac (2007) e al Palazzo Reale (2007). Il 2012 è un anno fondamentale per l’artista che, per la prima volta in Italia, porta l’arte urbana in due importanti musei pubblici: al Museo del 900 di Milano firma la sua grande mostra personale “Premier Plan d’Artiste”, con 600 metri quadri di installazione su larga scala contestualizzata durante una performance pittorica di due settimane, per poi concludere l’anno con la realizzazione di un maestoso murale, che fa parte della collezione permanente del Museo Arte Contemporanea (Macro) di Roma.

Nel 2013 l’Istituto Enciclopedico Italiano gli ha dedicato una voce nella prestigiosa Enciclopedia Treccani. Insieme all’attività creazione artistica istituzionale ha creato il suo festival annuale di arte urbana nel 2015, “Wall in Art”, di cui è direttore artistico. Si svolge tra le montagne della Valcamonica, classificate dall’Unesco come sito preistorico di arte rupestre.

Nel 2019, grazie alla commissione del Comune di Rieti diventa il primo artista urbano in Italia ad essere istituzionalizzato per la realizzazione di un intervento sul muro esterno di una corte. In occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, il 1°gennaio 2019 Ozmo crea un affresco nel 12esimo arrondissemnet di Parigi in collaborazione con il centro urbano Fluctuart.

Dal 2001 ad oggi Ozmo ha realizzato interventi monumentali di arte pubblica nelle più importanti capitali dell’arte contemporanea e urbana: da New York a Londra, passando per Berlino, Parigi, Shanghai, Mosca, San Paolo del Brasile, L’Avana, Capo Verde, Lugano, Beirut, Danzica e Tunisi. Parallelamente continua a

lavorare in molte città italiane come Milano, Roma, Genova, Ancona, Palermo, Bari, Torino.

CAROLINE DERVEAUX – Diverse le lauree all’attivo dell’artista francese, laureata in Belle Arti al Chelsea College of Art and Design, University of the Arts nel 2014, ma con all’attivo anche un master in marketing sostenibile e un Master of Science, in sviluppo sostenibile. Ha vissuto a Barcellona, Nanjing, Londra e ora vive tra Città del Messico e Parigi.

La sua è una carriera atipica nel mondo dell’arte che le consente di elaborare una riflessione plurivalente, e si sviluppa in diverse forme: pittura, disegno, design, direzione artistica e scenografia.

Il suo è un mondo onirico in cui si rincorrono architetture geometriche colorate, in una traduzione astratta delle sensazioni della sua infanzia. Memoria e memoria coesistono. Queste costruzioni della mente da cui emergono una moltitudine di prospettive e piani, giochi sulla dualità di supporti simmetrici, formando quadri ipnotici e labirinti di forme e colori.

Da diversi anni le piace creare formati imponenti, come pareti lunghe diverse decine di metri, e più recentemente dipinti a misura d’uomo, sospesa tra il desiderio del monumentale e quello della privacy.